La Bellussera non deve sparire. Almeno che alcuni frammenti rimangano a testimonianza futura, ricchezza per le generazioni future. Un vignaiolo non può e non deve solamente ragionare per il puro interesse; tra i suoi ruoli, anche quello di preservare il territorio. Ed in questo caso territorio inteso come genius loci. La bellussera rappresenta la biodiversità del mondo vegetale, animale e dei microrganismi del suolo con la contemporanea conservazione di un paesaggio non ripetitivo di filari interminabili, ma di siepi, fossi ed alberate che dovrebbero essere la norma anche nei vigneti del futuro. La Bellussera identifica i vigneti di Raboso, il nostro più prezioso vitigno autoctono. Che se non è giusto identificare un vino per il sua forma d’allevamento, è pur vero che quest’ultima è nata per sostenere la vigoria del Re della pianura del Piave.
Non nostalgia deve portare a custodirle, ma memoria importante del nostro passato.